martedì 27 ottobre 2009

Zucchine, melanzane, olive, peperoni e pomodori: un mix tra sottoli, agrodolce e salamoia

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Questa estate ho fatto il "donnino di casa": conserve di pomodoro sotto vetro, peperoni e melanzane in agrodolce, zucchine e pomodori secchi (seccati da me!) sottolio e di recente olive raccolte dal sottoscritto fatte sia in salamoia (in preparazione), sia sottolio. Tutto ciò è estremamente conveniente perché a fine agosto le cassette di pomodori hanno un prezzo molto basso, quindi ho fatto dei sughi sotto vetro in 3 varianti: al basilico, simil amatriciana, tonno capperi e olive.
Anche le verdure di stagine hanno un ottimo prezzo, quindi non ho esitato a preparare zucchine sottolio, melanzane in agrodolce e i pomodori seccati in balcone.

Non ancora soddisfatto, di recente sono andato in un giardinetto comunale sopra casa, dove sono presenti svariati ulivi. Munito di busta e sotto lo sguardo di varie nonne (rompiscatole!) che portano il cane a fare i loro bisogni, mi sono messo a raccogliere in 2 round circa 4 kg di olive che ho preparato in 2 varietà: sottolio e in salamoia (cliccate sopra le parole per aprire le relative pagine). Le ricette di queste ultime le ho reperite sul mitico forum di cookaround, fonte di grande ispirazione per il sottoscritto.
Ho deciso di non riportare le foto passo passo dei procedimenti perché le ricette non sono mie e poi avrei fatto una replica di una procedura già descritta benissimo dai relativi autori.
Riguardo le olive in salamoia non posso dire nulla perché sono a metà procedimento, però posso tranquillamente dichiarare che quelle verdi schiacciate erano già deliziose prima di metterle sottolio. Poi volete mettere la soddisfazione di raccogliere i frutti con le vostre mani, frutti che sono senza ogm, totalmente biologici, senza pesticidi e schifezze varie? E poi il gusto, il colore vero, la soddisfazione di aver preparato tutto da soli... non ha veramente prezzo. L'unico inconveniente è il tempo, perché per preparare queste delizie occorre pazienza, organizzazione e un bel po' di barattoli riciclati. Qua sotto c'è un'orrenda foto rappresentativa dei vari sottoli e verdure in agrodolce.



Mi dispiace di non aver fatto foto della preparazione delle conserve, purtroppo questa estate non avevo ancora una macchina fotografica e adesso... beh... c'è rimasto ben poco da fotografare ^_^

sabato 24 ottobre 2009

Ultima novità: contributi per il blog

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domenica 11 ottobre 2009

Cozze in padella: leggere, semplici e buone

Finalmente sono di nuovo in possesso di una macchina fotografica e dopo un periodo di latitanza torno con una ricetta semplice semplice ma buona buona, ossia le cozze in padella, piatto di semplice preparazione e dal basso costo.
Sono stato al supermercato di fiducia e ho visto una retina di questi molluschi dall'aspetto invitante, ovviamente non ho resistito. Durante l'acquisto ho chiesto all'addetta della pescheria di farmele pulire in centrifuga, in modo da rendere tale compito più semplice una volta a casa. Le cozze andranno controllate una ad una per rimuovere le incrostazioni, le barbette e per gettare quelle morte, cosa molto importante! Per la pulizia vi segnalo un paio di link:

Link 1 - Link 2


Queste sono le cozze pronte per essere cucinate una volta pulite e state un paio d'ore in acqua salata.




Io per i molluschi prediligo sapori "basilari", in questo caso ho utilizzato aglio, prezzemolo, pomodoro, pepe, peperoncino, vino bianco e sale. Ovviamente potete scegliere quello che più vi piace, sono buone anche col solo vino. Interessante è l'impiego del sedano come ho avuto modo di provare a Bruxelles, un tocco accessorio che a mio parere dona molto.




In questo caso ho messo tutti gli ingredienti a crudo, senza stare a tritare il tutto. Ho aggiunto un filo d'olio e ho coperto la padella una volta formatosi il sughetto.





Quando questo si è asciugato ho aggiunto le cozze e un po' di vino bianco, ho coperto di nuovo e lasciato cuocere per un paio di minuti, mescolando una volta i molluschi e ottenendo così una bella padellata come questa qua sotto.




Con questo ben di Dio potete fare di tutto: mangiare direttamente dalla padella, buttare il tutto in un bel piatto di spaghetti da far mantecare con il sughetto delle cozze, fare un risotto... l'importante è mangiarle, perché sono tanto buone!

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domenica 14 giugno 2009

Pasta al sugo di peperoni

E' quasi estate, fuori fa un caldo cane, in casa non gira un filo d'aria e io ho un mal di schiena da guinnes che mi perseguita da più di una settimana. Apro il frigo: un peperone che implora pietà, cipolla, insalata, pomodori e... basta :-(
Dopo aver ragionato e "googlato" qualche minuto direttamente dalla serie "non mi arrendo" decido di farmi un piatto di pasta con quel che c'è, ossia quasi niente.

Veniamo ai ricchi ingredienti della giornata: un peperone, una cipolla rossa (bianca sarebbe stata più adatta), latte, sale, pepe e paprika.



Per prima cosa ho lavato le verdure, tagliata la cipolla e messa in padella con pochissimo olio.



Mentre il fuoco faceva il suo compito ho tagliato anche il peperone a listarelle, avendo cura di eliminare i semi interni e le parti bianche. Una volta che la cipolla si è appassita ho aggiunto appunto il peperone.



A fiamma vivace ho fatto cuocere bene bene il tutto, girando quando necessario con un mestolo di legno per evitare bruciacchiature e sapori sgradevoli.



Cotti peperone e cipolla ho aggiunto sale, pepe, paprika e infine il latte.



Sempre a fiamma vivace ho fatto ridurre i liquidi, girando spesso il tutto per evitare i grumi del latte (cosa che non sono riuscito a fare), ottenendo questa pappetta poco invitante.



Infine ho versato il tutto in un dosatore e ho frullato con il frullatore a immersione, incredibilmente senza schizzare per tutta la cucina (e facendo sparire i grumi ^_^)



Nel frattempo avevo messo a cuocere un po' di pasta, che ho poi scolato e condito con questo sugo vegetale. La presentazione non sarà bella, ho messo troppo sugo e le tagliatelle sarebbero state molto più adatte, però è venuto buono. A mio parere un pizzico di Parmigiano ci stava bene, averlo avuto...





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martedì 19 maggio 2009

Ristorante Pizzeria "Caribia 2" a Follonica



Finalmente un week end al mare con un po' di sole e pure qualche bagno. Ma si sa, le mie ferie non sono tali senza una bella mangiata, nonostante il caldo si sia fatto sentire.
A Follonica ero già stato a cenare al "Caribia 2", ristorante pizzeria napoletana scoperto per caso durante una sera di un padio di anni fa in cui ero stato colpito da una voglia irrefrenabile di pizza. Siamo andati in 3 di sabato sera, pertanto ho dovuto prenotare nonostante fossimo in maggio.
Il locale non è molto grande, non contiene più di 15 tavoli. All'ingresso sulla destra è situato il bar, di fronte alla porta il forno a legna e nel restante spazio i tavoli. La cucina si trova in un altro ambiente, così come il bagno.
Una volta seduti e guardato il menu, abbiamo ordinato in fretta e furia prima che lo facesse una tavolata di 15 persone, altrimenti avremmo mangiato chissà quando. Io, unico a volere l'antipasto, ho gustato un ottimo soughè (così è scritto sul menu!) di cozze: porzione abbondante, pesce pulito, totale assenza di sabbia e un ottimo sugo piccante di pomodoro fresco che non ha resistito alla mia scarpetta. Particolare interessante è il pane, che credo sia fatto da loro.
Proseguendo abbiamo ordinato tutti quanti una pizza a testa perché credo che sia il piatto forte del locale. A mio parere la pietanza è di alto livello, veramente ben realizzata. Il fatto curioso è che il pizzaiolo in realtà è una bravissima pizzaiola e che indubbiamente sa il fatto suo: io sono stato vari minuti a guardarla mentre con una tecnica a me sconosciuta stendeva con violenza i panielli, facendoli schioccare sul piano in marmo.
Riguardo la pizza è di tipo napoletano e per quanto possa saperne io è tranquillamente paragonabile a quella ho potuto gustare nel capoluogo campano.
Parlando invece del servizio c'è stato un piccolo disguido dovuto al pienone del locale. La cameriera, gentilissima, ci ha fatto morire di sete: al momento dell'ordine abbiamo chiesto una bottiglia d'acqua e una birra (chissà per chi...), poi, si sa, la pizza fa venire sete e per ben 3 volte abbiamo chiesto ancora da bere senza esito positivo, perché ogni volta si scordava di noi :-D
Non ancora sazi abbiamo preso in 2 un bel saltimbocca con melanzane, salsiccia e mozzerella. Avremmo preferito la provola, purtroppo non la usano.
Per concludere la serata abbiamo preso un dolce a testa, ossia 1 fetta di pastiera (anche se non è stagione) e 2 babà ripieni di panna. La prima secondo me era troppo forte di sapore, con una prevalenza di arancia candita molto aggressiva. Non dico che fosse cattiva, eh! Peccato, perché l'ultima volta che l'avevo presa era veramente strepitosa. Discorso invece diverso per il babà, tutto sommato buono anche se neanche lontano parente di quello che ho assaggiato a Napoli.

In conclusione consiglio vivamente di andare a mangiare al Caribia 2: le pizze sono ottime e anche il pesce è freschissimo. Inoltre i prezzi sono molto interessanti: €6.5 per il soughé, una margherita 4€ e tutto il resto nella media. I dolci, fatti da loro, sono un po' cari: €4.5 per la pastiera e €4 per il babà.
Mi dispiace di non poter pubblicare foto, purtroppo non ne ho avuto la possibilità. Magari in futuro le aggiungo.

Ambiente: 6/10 - Il locale è semplice, pulito e ovviamente corredato da foto di Totò, Troisi & co. Sarebbe da sistemare un po' l'unico bagno che non è il massimo, ma è una considerazione detta così per dire qualcosa

Servizio: 7/10 - La ragazza, che credo sia la figlia del padrone, è stata veramente cortese disponibile e simpatica. Purtroppo mancava del personale e di sabato si sa, c'è sempre casino. Abbiamo subìto un po' di ritardi e soprattutto abbiamo sofferto la sete, però la perdoniamo ^_^

Pietanze: 9/10 - Pesce fresco, pizze ottime, dolci fatti a mano. Può bastare così.

Prezzo: 8/10 - €53 per 1 antipasto, 3 pizze, 1 saltimbocca, 1 birra media, 1 e ribadisco 1 bottiglia d'acqua, 3 dolci e 2 caffè. Peccato che i babà e la pastiera costino troppo, altrimenti il voto sarebbe stato ancora più alto. Magari la prossima volta mangiamo un gelato per strada.

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martedì 12 maggio 2009

Il latte crudo a Siena

Incredibilmente sono resuscitato. Avevo avuto l'idea di abbandonare il blog, poi varie persone mi hanno esortato a continuare perché evidentemente il mio diario culinario è piaciuto, quindi... nuova recensione!!! :-D

Oggi non parlo né di ricette, né di cibo in senso stretto, né di locali, bensì del latte.
Da qualche tempo in Italia è finalmente possibile acquistare il latte crudo, ossia non pastorizzato. I vantaggi sono molti: la bevanda subisce pochissimi trattamenti (credo solo la filtrazione), non viene scremata e soprattutto è buonissima! Ma come funziona? Qua a Siena una signora viene in giro per le strade il martedì e il venerdì con il suo camioncino e al costo di 1€ potete acquistare 1 litro di latte, quindi tutto molto semplice. Il serbatoio di distribuzione viene riempito giornalmente con latte fresco appena munto e per legge non può essere venduto il giorno successivo. Ovviamente ci sono dei piccoli svantaggi: prima di tutto è necessario ricordare che il latte crudo deve essere bollito! Nessuno vi vieta di non farlo, però se poi vi prendete qualche brutta malattia sono fatti vostri! Io per esempio appena lo compro,lo metto subito in pentola, lo lascio poi raffreddare e infine lo metto nella sua bottiglia in frigorifero, così è subito pronto per i successivi utilizzi.
Probabilmente vi chiederete: "Ma se il latte va bollito, non vale la pena acquistarlo pastorizzato al supermercato?" "Col piffero" vi dico io! Pensate ai vantaggi: il latte non viene trasportato per centinaia di chilometri, avete un prodotto di provenienza locale e quindi potete anche fare conoscenza delle mucche, ma soprattutto avete una bevanda munta da poche ore e non è una cosa da poco. Infine il gusto è tutta un'altra cosa, credetemi.

Per chi fosse interessato questo è il calendario con gli orari. Ricordate che passa solo il martedì e venerdì, escluso il 2° e 4° venerdì del mese perché la distribuzione avviene in Piazza del Mercato fino alle 18, pi alle 18.20 Centro Civico di S. Miniato e infine alle 18.40 davanti alla Coop

7.30 Piazzetta Ovile, 7.45 Piazza dell'Abbadia, 7.55 Piazza della Stufa Secca, 8.05 Palazzo Chigi, 8.25 Via Aretina c/o farmacia, 9.00 Piazza S. Spirito, 9.20 Piazza del Mercato, 9.50 Servi al bivio di Via delle Cantine, 10.15 Valli al bivio di Via Folcacchieri, 10.30 via della Fornace Vecchia alla Coroncina, 10.45 circolo della Coroncina, 11.10 Isola d'Arbia, 11.40 Circoscrizione Taverne d'Arbia, 12.10 Arbia, 12.35 Casetta
15.15 Colonna San Marco, 15.35 Pian dei Mantellini, 15.45 circoscrizione in Via S.Marco, 16.00 Piazza S. Agostino, 16.45 Veterinario ai Cappuccini, 17.00 circoscrizione Acqua Calda, 17.15 via delle Province, 17.35 Vico Alto davanti al corniciaio, 18.00 centro civico San Miniato, 18.25 Coop San Miniato
Se volete contattare la signora che vende il latte questo è il numero: 335 1383964
Se volete invece visionare la scarna pagina web dell'azienda, cliccate su questo link: http://www.quilatte.it/siena/

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venerdì 28 novembre 2008

Ristorante Pizzeria Braceria "Il Covo dell'Oste"

ATTENZIONE: IL LOCALE HA CAMBIATO GESTIONE, PERTANTO QUESTA RECENSIONE NON E' PIÙ VALIDA





E' un periodo di magra per le cene fuori: i soldi sono pochi e inoltre lavoro molto spesso la sera fino alle 22. Fortunatamente ogni tanto riesco a fare visita a qualche ristorante. Questa volta sono stato al Covo dell'Oste in Strada della Tressa, zona Coroncina.
La prenotazione è stata dura: abbiamo chiamato il numero presente nell'elenco ma senza fortuna, in quanto esistente. Siamo quindi andati di persona al locale il sabato precedente e abbiamo trovato un numero di cellulare con cui abbiamo finalmente potuto prenotare il tavolo. Non lo abbiamo fatto di persona perché il ristorante è chiuso a pranzo.
Domenica sera partiamo e parcheggiamo davanti al ristorante, sulla cui vetrina c'è il logo, ossia un maiale con il tovagliolo intorno al collo e forchetta e coltello nelle mani. Simpatica la scritta "ingresso", in cui la lettera "e" è barrata e corretta con una "a", per trasformare la parola in "ingrasso".
Appena entrati e accomodatici notiamo che l'arredamento del locale lascia molto a desiderare. In pratica questo consiste in uno stanzone rettangolare con un paio di dozzine di tavoli Ikea apparecchiati con tovagliette di carta gialla e piatti di coccio smaltato. Questi ultimi sono il simbolo dell'antigienico: lo smalto era graffiato e staccato da mangiate e lavaggi precedenti e ad ogni taglio di cibo veniva via. Inoltre i piatti puzzavano di una sostanza chimica che non saprei identificare.
Ordiniamo 2 porzioni di crostoni al lardo, 6 grigliate miste e una pizza. I crostoni, a detta di chi li ha mangiati, erano buoni. Le grigliate, arrivate dopo un'attesa snervante e dal costo di ben €13 a persona (cazzo di Budda!), dovevano essere composte da una costola, una bistecca, una salsiccia e una fetta di capocollo tutti di maiale e un pezzo di pollo. Ho scritto dovevano perché in realtà mancavano 2 bistecche e c'era una costola in più. Che dire della grigliata... buona, veramente cotta a dovere, peccato che le bistecche erano grandi quanto un pezzo di Lego e nel complesso la porzione era veramente misera, quindi tanto pane e poca ciccia. La pizza, mangiabile, aveva solo un difetto: il condimento praticamente assente. Abbiamo chiesto una margherita con salsiccia, funghi e tartufo ed è arrivata una margherita con 5 pezzettini di salsiccia, 4 spruzzetti di tartufo e qualche funghetto in qua e là. Pazienza.
Veniamo al vino: accanto al bancone in piena vista c'è un impianto per la spillatura direttamente dalle damigiane. E' possibile scegliere tra Sangiovese, Morellino di Scansano, Nero d'Avola e altri che non ricordo. Abbiamo preso un litro di Sangiovese e uno di Morellino, serviti in due brocche sempre di coccio che ad ogni versata gocciolavano sul tavolo. Com'era il vino? Inchiostro! Entrambe le brocche sembravano pastorizzate per anni, abbiamo fatto tutti fatica a berle.
Per concludere abbiamo preso 5 caffè e sorpresa delle sorprese faceva pena pure quello. In pratica sembrava un Nescafè sbruciacchiato.

Lascio come ulteriore testimonianza delle immagini rubate da un sito recuperato dalla cache di google, http://www.jammucen.com/?p=257 Purtroppo non ho potuto fare foto.

Per condire l'intera serata devo parlare del nostro tavolo. La temperatura era molto fredda ed eravamo seduti davanti alla porta che nessuno chiudeva, prendendoci ventate fredde di continuo, nonostante un pannello protettivo. E il conto? Circa 19€ a testa per aver mangiato praticamente niente.



Ambiente: 5/10 - Arredamento scarno e sinceramente bruttoccio. I bagni erano bui, tutti senza carta e sapone. Inoltre un gradino nascosto ha attentato alla nostra vita.

Servizio: 4/10 - La ragazza ci ha accolto subito appena entrati e non ha tardato a prendere l'ordine. Peccato che le grigliate siano arrivate dopo un'ora nonostante il locale non fosse assolutamente pieno.

Pietanze: 6/10 - Le grigliate erano molto buone e meriterebbero almeno un'8, peccato per la quantità delle porzioni. La pizza è decente.

Prezzo: 4/10 - €19 a testa è un vero e proprio furto! Con questa cifra in posti tipo l'Astronave o San Gusmè sarei uscito con una pancia da settimo mese e una mezza sbornietta :)

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domenica 17 agosto 2008

Londraaaaaaaaaaaaaaaaa

No, non sono morto. Questa volta torno a scrivere non per parlare di un argomento strettamente legato al cibo, bensì del mio ultimo viaggio a Londra, città in cui il cielo non diventa mai scuro, neanche di notte. Ho organizzato il tutto i primi di maggio prenotando il volo a/r con la Easyjet e l'albergo tramite booking.com. La scelta di quest'ultimo non è stata facile perché volevamo il bagno in camera e questo tipo di disponibilità a un prezzo abbordabile non è sempre disponibile, soprattutto nel periodo estivo. Dopo vari tentativi sono riuscito a combinare l'economicità del volo con quella dell'hotel. Partenza il 7 agosto e ritorno a Pisa il 14 con pernottamento al City Stay Hotel, struttura situata a Bow Road (zona 2). L'unico problema è stato quello di fare il check in alle 7 di mattina a Pisa con conseguente sveglia a Siena alle 4 di notte: il sacrificio è stato ripagato dall'entusiasmo del viaggio che non mi ha fatto sentire minimamente il sonno. Purtroppo il 4 agosto ho cominciato ad avere dei dolori all'altezza dell'addome che si sono trasformati in una tragica diarrea (leggi piscio dal c**o!), tanto che stavo per perdere la fila per il check in a causa di una seduta forzata.
A parte queste schifezze arriviamo in mattinata all'aeroporto di Gatwick e, grazie al più che efficiente sistema di trasporti inglese, raggiungiamo in un baleno l'albergo. I commenti su booking.com erano pressoché tutti positivi e il motivo c'era: staff gentilissimo, camere veramente pulite e soprattutto al piano inferiore abbiamo trovato una cucina per i clienti in cui i gestori mettono a disposizione gratuitamente pane, latte uova, frutta e "tea". Davanti all'hotel si trova un piccolo Somerfield (supermercato) aperto 24h al giorno e a distanza di una stazione di metro un Tesco (altro supermercato) di notevole dimensioni. Meglio di così!
Londra è bella, accogliente, calda. Quasi ogni via merita di essere percorsa. In 7 giorni abbiamo avuto la possibilità di visitare tutto ciò che era turistico e soprattutto gratis, inclusi i musei. Eh sì, pure la National Gallery e il British Museum non si pagano! Ovviamente ho lasciato un'offerta a entrambi per l'elevata qualità del servizio, impensabile in Italia. In parole povere abbiamo macinato decine di chilometri e visto l'impossibile. Il problema era il pranzo: "Dove si mangia oggi?". Le altrernative sono poche: ristoranti costosissimi, pub a prezzi tutto sommato abbordabili, supermercati o ristorantini di varie etnie con promozioni del tipo "As much as you want": in pratica si paga un tot di sterline e si mangia quel che si vuole quanto si vuole, che bello! Le catene di fast foods non li ho neanche presi in considerazione.
La maggior parte delle volte abbiamo mangiato a China Town dove per £8 potevamo letteralmente saziarci. Il cibo non era male, niente a che fare con quello proposto in Italia. Non sapete il piacere di sedersi dopo ore di camminate e poter mangiare in abbondanza. Subito dopo il pranzo un certo Lorenzo (ehm... ehm...) richiedeva il pub per assaggiare almeno una pinta delle varie Cask Ales (birre spillate a pompa a mano) che Londra offre. Interessante è la discrepanza di prezzi nei vari locali per lo stesso tipo di birra. Io ho bevuto esclusivamente Cask Ales (hanno un fascino troppo bello) anche se ogni tanto ho riassaporato la mia amata Guinness, quella Irlandese e non quella sbroscia che vendono in Italia.
Dopo birre e chiacchere ripartivamo per destinazioni meno culturali, tipo la deludente Portobello Road, la trasgressiva Camden Town, il meraviglioso Hyde Park dove degli stupendi "squirrels" vengono a prendere il cibo dalle tue mani, o qualche altra sosta al pub sempre per colpa del solito Lorenzo. Per la cronaca ce n'è uno vicinissimo a Trafalgar Square a prezzi stracciati, almeno in quel periodo: guardando il museo di fronte, il pub è sulla destra; si riconosce benissimo da un uomo gigante sul tetto che spacca una botte.
La sera, stanchi e affamati rientravamo in hotel con la mitica metro per andare a prepararci una cena nella cucina, sempre se i cari spagnoli non ci fregavano il cibo come accaduto nei primi giorni. Io ovviamente ho provato le peggio schifezze in scatola made in England: backed beans, zuppette al pollo o ai funghi, salsicce con piselli e cibo indiano in un losco negozio a pochi passi dall'albergo. Nonostante pietanze immangiabili (tipo le salsicce con piselli) o piccantissime sono sopravvissuto. Bisogna imparare a mangiare il mangiabile anche perché in Inghilterra il cibo o è super saporito o non sa da niente, niente mezze vie! Un'eccezione c'è: i Digestive al caramello e i Dary Milk sempre al caramello... neanche la sbavata di Homer Simpson possono descriverli.
Il momento peggiore è stato il ritorno a casa. Gatwick: silenzio e ordine. Pisa: chiasso, strutture fatiscenti, gente maleducata tipo ragazzi che si sono messi a giocare a calcio davanti al nastro delle valigie, disturbando molte persone. Abituati poi alla metropolitana e al Gatwick Express, ossia il treno che collega la stazione di Victoria con l'aeroporto, il treno Pisa Siena ci è sembrato roba del terzo mondo, una vera vergogna!
In conclusione Londra è da vedere per forza. Se potessi partirei anche subito anche per passare solo 2 o 3 giorni nella capitale inglese. Se avete qualche domanda o consiglio da chiedermi fate pure, sono a vostra disposizione.

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sabato 14 giugno 2008

Cenino al Bar Baffo a Isola d'Arbia






Alessandro, mio coinquilino, prima di tornare "in patria", a Bracigliano, mi ha chiesto l'ultimo desiderio: "Andiamo a fare un cenino da Baffo"? Che domande... ho accettato senza neanche pensarci. Giovedì sera, verso le 20, io, Martina e Alessandro siamo quindi partiti verso Isola d'Arbia, piccola frazione tra Siena e Monteroni. Baffo è una meta d'obbligo per un buon panino ed è tautologico uscirne soddisfatti.
Premessa: è un posto alla buona dove mangi principalmente affettati toscani, frequentato da gente di paese e bisogna adattarsi. Ogni tanto si ferma qualche turista di passaggio per la Cassia. Bellissima la scena di qualche mese fa di una coppia del nord che, indecisi su che panino farsi fare, ne ha chiesto uno alla bresaola. La signora del bar, quasi inorridita dalla richiesta, ha praticamente brontolato i clienti perché era inammissibile pensare alla bresaola in un posto del genere. La cosa bella è che hanno guardato la vetrina dei salumi a lungo e la bresaola non c'era! Forse l'hanno confusa con la lombata anche se la somiglianza a mio parere è scarsa.
A parte questo, entriamo e chiediamo un vassoio misto a scelta del proprietario per me e Alessandro. Unica richiesta una salsiccia e un assaggino di affettati. Martina opta invece per una pizza anche se alla fine ha assaggiato abbondantemente i salumi.
Ci accomodiamo nella saletta accanto:




Chiariamoci subito, l'ambiente è quel che è, si tratta pur sempre di un bar di paese! Notare nella foto di destra la targa sulla porta... c'è una specie di stargate per LA? In realtà si va nella cucina e in un'altra stanza arredata a trattoria. Noi invece abbiamo voluto mangiare nella zona "rustica", anche perché c'era la partita dell'Europeo.



Nella breve attesa ci viene chiesto cosa vogliamo da bere. Prendiamo una bottiglia d'acqua e mezzo litro di rosso: ce ne portano una bordolese... meglio! In poco tempo arrivano gli affettati, invece la pizza al prosciutto crudo, rucola e grana (a blocchi!) necessita di un paio di minuti in più. Quest'ultima non è niente di che, non metto neanche la foto perché non rientra nella tipologia del bar secondo me. Discorso diverso per gli affettati. Arrivano salame, prosciutto, capocollo, lombata, una salsiccia (mia!) più un bonus di pecorino semistagionato. Peccato per la mancanza della finocchiona. L'avrei ordinata dopo se non fosse che per due persone gli affettati erano tanti anche se dalla foto non sembra.




Tra un gotto di vino e uno sguardo alla partita in cui sembrano scesi in campo i Muppets da quando sono imbranati i giocatori, gli affettati finiscono per la gioia mia e di Alessandro. Il barista ci chiede se abbiamo ancora fame tramite un gesto della serie "affetto?", visto che non poteva parlare causa panino in bocca. La risposta è negativa, siamo pieni. Prima di andare a prendere un ottimo grappino, do uno sguardo ai quadri e ce n'è uno un po' particolare che ci ha incuriositi:




Fin qui tutto normale, una normale tela che non vorrei mai in casa mia. Osservando più da vicino notiamo un particolare:



Ci sono due cacciatori che guardano in canna. Viene subito da pensare al film di Fantozzi in cui si sparano nell'occhio per vedere se la canna è ostruita. Che gran quadro ^_^
Una nota particolare ai baristi, che presumo siano marito e moglie. Sono una coppia terribile, da sganasciarsi dalle risate. Non so come spiegarvi, dovete andare anche solo per un panino a merenda per vederli all'opera. Per concludere, Baffo è un cult!

Ambiente: n.c. - E' orribile ma è perfetto per un bar di questo tipo.

Servizio: 10/10 - I proprietari sono due sagome. A volte hanno da parlare e ci vuole un po' a farsi servire, però se hai qualche richiesta cercano di accontentarti in tutti i modi. E' un locale mitico, qui la targa del Routard gli fa un baffo, lo dice anche il nome del bar!

Pietanze: 10/10 - Affettati deliziosi, formaggi idem. C'era anche il vecchio ciotolone con le acciughe sotto pesto che però per questa volta ho saltato, ma la prossima...

Prezzo: 8/10 - €30 per il vassoio, la pizza, la bottiglia di vino, l'acqua e due grappe. Non è proprio pochissimo, ma abbiamo mangiato tanto!


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lunedì 9 giugno 2008

Fine settimana ad Abbadia San Salvatore, con pranzo al Cantinone



Ebbene sì, si riparte per un breve fine settimana. Andiamo in tre ad Abbadia San Salvatore, sul Monte Amiata, per passare un sabato e domenica nella rustica casa di mia nonna. Partiamo da Siena intorno alle 15, imbocchiamo la Cassia dopo aver messo €20 di benzina al nuovo distributore ICM in Massetana che costa qualcosa meno degli altri, ma dobbiamo fermarci a Torrenieri perché qualcuno stranamente aveva da fare bisogni "grossi". Approfittiamo della sosta per una rapida spesa alla Coop, giusto per acquistare qualcosa per la cena: un pollo, salsicce, spiedini, pomodorini, insalata, pane e un deodorante visto che sempre quel qualcuno ne era sprovvisto e non voleva usare quello mio e di Martina. Capucci si offenderà, vergogna! Ripartiamo e nel giro di un'ora scarsa arriviamo ad Abbadia San Salvatore. Parcheggiamo la macchina, sistemiamo le nostre cose e usciamo a piedi in paese, direzione Pinzi Pinzuti, negozio molto particolare gestito dalla simpatica e gentilissima Marcella. Avete presente una bottega agroalimentare/di souvenir/di gingillini/... che vende qualsiasi cosa? Bene, questo negozio è ancora di più. C'è roba ovunque: negli scaffali, in mezzo al negozio, per terra, davanti al negozio, nella macchina della proprietaria, ovunque! Io ho acquistato del vino di loro produzione e una bottiglia di Bastarda Rossa, birra amiatina prodotta ad Arcidosso. Marcella ci ha fatto anche assaggiare un formaggio che era la fine del mondo e, dopo averci chiesto se ne volevamo un po', alla fine non ce l'ha dato nonostante avessimo detto di sì. Si sarà scordata :-)
Dopo che la proprietaria ci ha mostrato le new entries della bottega, ci dirigiamo verso la vicinissima ma insignificante, solo dal punto di vista visivo, pasticceria "Marrons Glacés", esercizio a dir poco divino. Ho conosciuto questo negozio neanche un anno fa, ma è stato amore a primo assaggio. Io vado letteralmente matto per le paste con la crema Chantilly di loro produzione. Non avete idea di cosa siano, mai sentito niente di più buono. Sullo stesso livello sono anche gli altri dolciumi, purtroppo non ho ancora avuto l'onore di assaggiare le torte e soprattutto i semifreddi che hanno un aspetto spettacolare. Prendiamo un vassoio da 6 per la cena e ci dirigiamo verso il pub della "Signora in Rosso", accanto a Pinzi Pinzuti, dove noi 2 maschietti prendiamo un paio di birre. Il pub in realtà non ho idea di come si chiami, noi lo abbiamo battezzato così perché le altre volte in cui ci eravamo stati c'era sempre la proprietaria vestita di rosso. Questa volta invece era vestita di nero. Che delusione!
Finite le bevande ci dirigiamo verso via Roma in cui c'erano dei banchetti di roba vecchia con prodotti di qualità piuttosto discutibile. Facciamo sosta in un altro negozio che vende prodotti tipici locali per acquistare un altro paio di bottiglie di birra amiatina. Fortuna vuole che il venditore ne sia un rappresentante ma la cosa più bella è che non ne sapeva nulla! Gli ho chiesto se l'Aldobrandesca fosse una birra a base di frumento (dal colore della birra sembrava di sì): la sua faccia è passata dallo stupito all'imbarazzato ma ha saputo subito darmi una risposta grazie alla pronta lettura della brochure. Usciamo dal negozio dopo che questo simpatico "professionista" si è fatto pubblicità come dj e torniamo a casa. Io mi improvviso fuochista e in un lampo riesco ad accendere il fuoco nel caminetto per fare la grigliata. Tutto procede abbastanza bene, la cena è decente, io sono pieno che scoppio e i gatti hanno fatto festa con le ossa del pollo. Andiamo a letto stanchi dopo una partita a "non ti arrabbiare", gioco tipico tedesco nonché infinito che Martina si è portata dietro. Qualcuno però non riesce a dormire a causa degli spiriti e santi vari che fanno i dispetti.
La mattina dopo mi alzo prima di tutti, pulisco casa e, una volta tutti svegli, decidiamo di andare a mangiare al Cantinone, ristorante che fa una pasta fatta a mano di grande livello. Inoltre adesso è periodo di funghi, perciò LET'S GO!




Il ristorante già lo conosco da un paio di anni e ho avuto modo di apprezzarlo sempre di più. In particolare, come già detto prima, fanno un' ottima pasta fatta a mano. In cucina c'è un giovane ragazzo, che presumo sia il figlio della proprietaria, che mi fa godere ogni volta con i tortelloni ripieni di ricotta e spinaci, piatto fisso ad ogni mia visita. Io che sono purista ho preferito quelli più semplici, ossia burro e salvia:




Martina invece ha preferito quelli con il ragù di carne:




Qualcuno invece ha fatto il diverso, ordinando i pici alla nana (anatra), ovviamente sempre fatti a mano:



I tortelli secondo me sono sopra alla media: pasta morbida e delicata non troppo sottile, probabilmente con una parte di grano duro nell'impasto. Anche il ripieno è delicato, con una predominanza di ricotta rispetto agli spinaci. Forse una punta di noce moscata in più non guasterebbe. I migliori secondo me sono quelli burro e salvia perché quelli al ragù sovrastano troppo il ripieno. Esiste anche la variante rucola e parmigiano, che sicuramente proverò.
Discorso diverso invece per i pici che ho solamente assaggiato: li ho trovati piuttosto anonimi, in particolare il sugo. Io avrei optato per qualcosa di più serio come condimento, tipo un bel ragù di salsiccia o il buon caro vecchio cinghiale.
Per secondo noi maschietti ordiniamo delle scaloppine ai funghi:



La carne era molto morbida, i funghi indubbiamente freschi anche se nel complesso non mi ha fatto impazzire. Forse io con la carne sono abituato a sapori più forti e perciò non ho saputo apprezzare la delicatezza del piatto. Capiamoci, non era per niente male, anzi, ma all'occhio mi aspettavo qualcosa di diverso. La cosa divertente è che quando il piatto è arrivato la porzione sembrava piccola, invece erano delle scaloppine a castello a 5 piani. Per contorno abbiamo preso un ottimo fritto di porcini sparito in poco tempo:



Per concludere abbiamo ordinato un salame di cioccolato, un tortino al mascarpone e uno ai frutti di bosco. Io ho assaggiato solo l'ultimo e posso dire che non era niente male, anche se dopo i funghi fritti non è che sia proprio il massimo :-)
Una nota sull'ambiente: il ristorante è in uno stanzone unico arredato in modo rustico. Se ben ricordo mio padre mi ha detto che una volta Il Cantinonte era luogo di ritrovo per ballare. Adesso di "Cantinone" è rimasto solo l'arredamento. Non ho fatto foto perché c'erano altre persone intorno a noi e non volevo disturbarle con flash vari.


Ambiente: 8/10 - L'ambiente è molto arredato ma con gusto. Niente è fuori posto. Forse l'unica cosa che stona sono le piastrelle non proprio stupende sulla stufa a legna per l'inverno.

Servizio: 9/10 - La signora è stata molto gentile e disponibile.

Pietanze: 8/10 - Tortelli mitici. Il resto molto buono. Interessante la possibilità di ordinare un bis o un tris di primi a scelta, anche se la stessa cosa deve essere fatta da tutti i commensali.

Prezzo: 9/10 - €57 per: 3 coperti, 3 primi, 1 acqua, 2 birre, 2 secondi, 2 contorni, 2 caffè e 3 dolci. In fattura i caffè e i dolci non sono stati conteggiati, non so se per errore o come sconto. Insomma... prezzi ottimi! Date un'occhiata qua sotto:




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mercoledì 21 maggio 2008

Che torta Martina!

Domenica pomeriggio torno dallo stadio, e che trovo in frigorifero?










Per essere pignoli forse doveva essere cotta un pizzichino in più e l'impasto forse doveva essere più basso, ma sono piccolezze che non hanno cambiato il destino della torta. Gnam gnam!

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Le pappardelle al cinghiale

E' sabato, ho un pezzo di cinghiale, degli ottimi pomodori campani in barattolo, farina, uova, non manca quasi niente: pappardelle al cinghiale!!!
Dopo essermi svegliato un po' appesantito causa assaggi vari di birre belghe la sera prima a cena al TNT pub di Bibbiano, inizio lentamente a preparare tutto il necessario. Il cinghiale lo avevo messo nel tardo pomeriggio di venerdì a marinare con del vino decente (consiglio vivamente uno di corpo, niente vini giovani quindi e soprattutto niente vini nel cartone!), una cipolla, due foglie di alloro, ginepro e ho allungato il tutto con poca acqua per coprire la carne. Il cinghiale ha bisogno di questo procedimento per eliminare il sapore di selvatico che lo renderebbe irrimediabilmente immangiabile.
Il giorno prima avevo anche acquistato due salsicce fresche e 4hg di macinato alla SMA di Vico Alto, che ha un reparto macelleria minuscolo ma di primissima qualità.

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Prima di tutto ho pulito il cinghiale dal grasso e dalle altre parti poco nobili, successivamente l'ho tagliato tipo spezzatino. Dopo ho mescolato a mano il macinato con le due salsicce spellate. Poi ho fatto un soffritto nella pentola di acciaio con la cipolla recuperata della marinata, un paio di spicchi di aglio, pochissimo peperoncino. Una volta imbiondito il tutto ho aggiunto il cinghiale precedentemente diviso e l'ho fatto scottare bene bene, infine l'ho tolto e messo in un piatto.




Ho versato il macinato mescolato con la salsiccia nella pentola e girato con molta cura per evitare che si appallottolasse il tutto e ho fatto asciugare un po'. Quando il liquido si è ritirato, ho rimesso nella pentola i pezzi di cinghiale e ho versato un bicchiere di vino.




Ho fatto nuovamente asciugare il tutto e poi ho aggiunto 3 lattine di polpa di pomodoro... e che polpa, buonissima!



Ho coperto e fatto cuocere lentamente girando di tanto in tanto. Per questo tipo di sughi io sono dell'opinione di mia nonna: cottura a fiamma bassa e molto lunga. Il cinghiale poi ha bisogno di cuocere in modo ottimale per renderlo morbido e gustoso. Man mano che il tutto cuoceva sono andato da Alessandro per preparare la pasta.

Per l'impasto ho seguito lo standard che si trova praticamente ovunque, cioè un uovo per ogni hg di farina. Ho quindi messo in un ciotolino la farina con in mezzo le due uova.




Abbiamo impastato a mano cercando di evitare grumi e rendendo il composto il più liscio possibile. Il risultato è stato un po' asciutto, ma per essere al prima volta non è andata per niente male.



Abbiamo avvolto l'impasto nel cellophane e messo in frigorifero per mezzora. Non so a cosa serva, però ho letto di un sacco di persone che lo fanno, perciò perché non provare?
Con molta pazienza e armati di mattarello abbiamo steso la pasta infarinando quando necessario. Come già detto purtroppo il composto era un po' secco e non si tirava bene, però piano piano ci siamo riusciti. Una volta steso l'impasto lo abbiamo arrotolato e tagliato a strisce. Alla fine una piccola spolverata di farine per evitare che pappardelle si attaccassero.



Una volta pronto il sugo abbiamo buttato la pasta nell'acqua bollente con un goccio di olio per evitare che si attaccasse. Il risultato finale? Mi sono addirittura scordato di fare le foto, giudicate voi ^_^

martedì 13 maggio 2008

Ristorante Da Maurizio a Follonica



Domenica mattina ci siamo recati in 4 a Follonica (GR) e perché non approfittarne per fare una mangiata di pesce? Avrei voluto andare da Santarino, locale che amo particolarmente, ma per questioni di budget ho ripiegato su "Da Maurizio", posto noto per mangiare decentemente e a buon prezzo.
Il locale, specie nei giorni festivi e prefestivi, è sempre pieno, perciò ho prenotato.
Entriamo, ci sediamo e poi ordiniamo da bere mentre leggiamo il menu. I prezzi sono ottimi: primi sui €6, i secondi arrivano forse ai €10. Le portate invece sono poche, forse 10 in totale tra primi e secondi di mare; quelle di terra invece non so quante siano, ma sempre in numero esiguo. Da segnalare che alcuni pesci, come i totani, possono essere surgelati. Ma cazzarola... non siamo al mare??? Dopo una veloce lettura decidiamo di prendere un antipasto misto di mare per 2 persone in 4, visto che le porzioni sono abbondanti. Ci arrivano: chioccioline di mare, alici all'olio e cipolla, polpo lesso e vongole. Le chioccioline erano ottime, sugose, insomma fatte bene! Il polpo era non proprio morbidissimo, un po' insapore ma tutto sommato accettabile. Le alici invece non sapevano proprio di nulla, neanche l'olio aveva sapore: qui la parola extravergine non può neanche essere pronunciata. Nota dolente sono state le vongole. Erano in gran parte frantumate, scondite e soprattutto sabbiose. Infatti più di metà sono rimaste nel vassoio.
Per proseguire abbiamo ordinato delle farfalle verdi agli scampi per 3 e una porzione di pesce alla griglia. La pasta non era male, ma niente di speciale. Per i miei gusti era un po' troppo unta, ma non in modo eccessivo. La grigliata (scusate per la foto) invece sapeva di olio vecchio, per quel
poco che ho assaggiato. La parte migliore era il "pescione", che una volta aperto rilasciava un buon profumo di "naturale", senza quintali di limone, prezzemolo e altri condimenti aggressivi.
Da bere abbiamo preso una bottiglia di vino bianco della casa, un litro di acqua. Per chiudere 3 caffè e un amaro.




Ambiente: 6/10 - Un comune ristorante di mare

Servizio: 7/10 - Personale simpatico e disponibile.

Pietanze: 5/10 - Ero già stato una volta in questo ristorante e avevo mangiato tutto sommato decentemente, ma questa volta sono restato deluso.

Prezzo: 8/10 - Abbiamo speso 60€ in totale con fattura.

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Abbiamo fatto i Muffin

Era un venerdì sera come un altro ma Martina purtroppo era come sempre e quando rompe, rompe. Fortunatamente questa volta ha rotto in modo positivo, perché aveva voglia di fare dolci. Consultando Alessandro, nostro coinquilino e compagno di ricette al forno (il suo, visto che ancora non ne ho uno!), hanno deciso con il mio contributo di fare i muffin, utilizzando una ricetta trovata sul web e sperimentata con successo mesi fa dal sottoscritto:


Dosi per 12pz – pronti in 30min

INGREDIENTI SECCHI
140 gr zucchero
250 gr farina autolievitante oppure 250 gr farina e 1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato

INGREDIENTI UMIDI
85 gr burro sciolto
2 uova
200 ml. Latte
1 cucchiaino di estratto di vaniglia


INGREDIENTI A PEZZI
150 gr mirtilli


Scaldare il forno a 200° e imburrare una teglia da muffin da 12 oppure preparare gli appositi stampini di carta.

Mescolare assieme gli ingredienti umidi, dopodiché aggiungere agli ingredienti secchi, mescolando finchè saranno ben amalgamati, ma non eccessivamente altrimenti i muffins risulteranno duri.
Aggiungere in fine i mirtilli.

Versare l’impasto a cucchiaiate negli stampi e cuocere per 15-18 min. finchè non saranno ben dorati.
Far raffreddare su una griglia e servire tiepidi.

REGOLE D'ORO PER MUFFINS PERFETTI:
1. Mescolare tutti gli ingredienti umidi a parte e poi aggiungerli a quelli secchi.
2. le aggiunte di frutta, verdura…ecc. vanno fatte alla fine.
3. Non mescolare eccessivamente

Non cuocere troppo i muffins, sono pronti quando hanno lievitato e sono ben dorati.
Nel caso non si consumassero subito metterli in un contenitore ermetico al massimo due giorni oppure si possono congelare, scongelare e scaldare in forno per un paio di minuti.


Beh il procedimento è più che chiaro, tanto che io sono riuscito a fare casino. Ho aggiunto gli ingredienti umidi a quelli secchi invece di fare il contrario, ingrumando il tutto, tanto da rendere necessario l'uso dello sbattitore elettrico. Inoltre abbiamo fatto delle varianti, realizzando muffin bianchi, alle fragole, al cioccolato, al cacao e al cacao e cocco. Le foto che posto conseguentemente sono il risultato di un procedimento sbagliato, anche se alla fine i muffin sono venuti molto buoni, in particolare quelli senza cacao.


Gli ingredienti




L'impasto versato nello stampo




Vista dall'alto




Ammucchiata




"Senza titolo"


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